L’attività di residenzialità fa parte della grande area dedicata all’autonomia. E nello specifico, orientata verso la vita indipendente. In questo anno, ovvero da ottobre 2015 a giugno 2016, l’attività è stata proposta per tre volte alla settimana il martedi, il mercoledi e il giovedi, sempre dalle 9.30 alle 14.30. Gli operatori coinvolti sono stati Serena, Mauro e nell’ultima parte dell’anno anche Alessandro. La presenza di volontari, invece, è stata scarsa e sporadica, nonostante l’attività necessitasse di più operatori in contemporanea.

Hanno partecipato tre gruppi diversi: il martedi Cristiano, Gianluca, Marco e Pierfranco. Il mercoledi Daniela, Immacolata, Maria Bonaria e Valentina. Il giovedi, invece, il gruppo si è modificato in corso d’opera: Davide, Enrico, Fulvio, Elena e Martina i beneficiari in diversi periodi dell’anno.

In un appartamento in via Lanusei ad Oristano, si è cercato di offrire proposte educative nell’ambito di quelle attività quotidiane che impegnano le persone nella vita domestica. In continuità con quanto, nello stesso ambito, si va proponendo da alcuni anni a questa parte.

Al loro arrivo, i gruppi erano invitati a prendere possesso della casa. Seduti attorno al tavolo, poi, si procedeva a scegliere il menù del giorno, compilare l’elenco della spesa, verificare la disponibilità economica. L’occasione della scelta del menù è stata anche opportunità per lavorare insieme sui benefici di una buona alimentazione.

Si andava poi a fare la spesa, a volte a piedi, a volte in macchina (in base al clima e al tempo a disposizione). I giorni in cui non c’era spesa da fare, si restava in casa per occuparsi delle pulizie dei vari ambienti. Tra le varie cose, interessante l’applicazione nell’utilizzo dell’aspirapolvere.

Al rientro dalla spesa ci si dedicava al cucinare, sulla base del menù scelto e degli alimenti acquistati e alla preparazione della tavola. Diverse persone, all’interno dei gruppi dei beneficiari, si sono cimentati nella preparazione di una pietanza, solo qualcuno ad un intero menù.

Una volta pranzato si riordinava e si sistemava tutto per poi rientrare in sede o nei luoghi delle attività pomeridiane. Purtroppo poco tempo, dunque, per ampliare alcune attività come ad esempio la conoscenza e l’orientamento nel territorio o la gestione del tempo libero in casa.

L’intervento educativo si è espresso, per alcuni, nel mantenimento o rafforzamento delle competenze possedute mentre per altri, gli operatori, hanno cercato di promuovere nuovi apprendimenti. La collaborazione attiva tra tutti i componenti del gruppo, il sentirsi utili e parte di un gruppo, il poter contribuire con i propri talenti alla vita della casa, sono stati i punti di forza che hanno caratterizzato i gruppi “residenziali”. Un po’ di difficoltà, invece, nella gestione del tempo e dei soldi: criticità che presuppongono una continuazione della proposta di residenzialità verso questa direzione.